martedì 13 novembre 2012

In difesa degli orgasmi simulati

Abbiamo bisogno di conferme. Tutti.
Non importa quanto fighi o sicuri di noi stessi siamo, di tanto in tanto abbiamo bisogno di una conferma del nostro valore.
(Tu, che leggi questo e dici: "non è vero, io sono perfettamente sicuro/a di me stesso/a!"... quand'è l'ultima volta che hai comprato qualcosa che in realtà non ti serve solo perchè se non ce l'hai non sei nessuno / vuoi sentirti dire bravo dai tuoi conoscenti?)
...eravamo rimasti alle necessità di conferma...
Per noi donne è abbastanza facile averle, dopotutto: ogni volta che qualcuno ci fa un complimento, delle avance o ci accorgiamo del rigonfiamento all'altezza del suo inguine mentre ci parla... sono conferme, no?
Adesso, ragazze, non stiamo a scendere nei dettagli e dire "Puttana miseria! Sono una persona, non un paio di tette installate su una figa..." ripetiamo tutte assieme come un mantra: "gli uomini sentono l'impulso sessuale come una spinta indipendente dal loro pensiero razionale."
Ok.
Questo ci porta al punto due, ossia le conferme di cui hanno bisogno gli uomini e lasciamo perdere macchine, telefoni, gadget tecnologici stupidi... Una donna che grida e si contorce dal piacere mentre la penetrano, questa è LA conferma, punto.

Questo, consciamente o incosciamente, le donne lo sanno... altrimenti non fingerebbero l'orgasmo.
(Premetto che l'idea di questo post mi è venuta leggendo una recente statistica secondo cui tipo 9 donne su 10 almeno una volta nella vita lo hanno fatto)
Certo... c'è anche l'opzione "Ah, ah, sì, sì, così, così... Ok, fatto. Sei venuto anche tu, ok, adesso lasciami dormire che ho sonno/ sparisci da casa mia/ torniamo di là a ballare"
Credo, però (e qui ci mi rendo conto che dopotutto sono ancora un po' romantica dentro) che la maggior parte delle volte, soprattutto se si parla di rapporti sessuali all'interno di una relazione di cui ci interessa qualcosa, fingiamo per "amore".

Sì, amore, perché sappiamo che avete bisogno di sentirvi dire che siete dei bravi trombaroli e non vogliamo che andiate a cercare altre donne che ve lo dicano; perché anche se non siete Rocco Siffredi, fare sesso con voi dopotutto ci piace, anche se non abbiamo un'ora e mezza di orgasmi continuati, e vogliamo che la cosa si ripeta, quindi vi diamo un rinforzo positivo; perché magari ci rendiamo conto che siete ancora giovani e inesperti e avrete tutto il tempo di migliorare se vi coltiviamo adeguatamente... e così via.

...ma consolatevi, se una ragazza ve la dà la prima volta, può essere accidentale, se ve la dà la seconda e la terza... dopotutto tanto male non siete!

martedì 29 novembre 2011

Forse la più grande cattiveria...

... che ho fatto nella mia vita finora, è stato un episodio avvenuto in 1^ superiore.
Premetto che la scrivente all'epoca era (ed è sempre stata) la prima della classe, voti ottimi, condotta ineccepibile, ancora molto "bambina" rispetto alla maggioranza delle mie compagne di scuola, quella che andava a parlare coi professori delle rogne perché non aveva nulla da temere e via dicendo.

Una mattina, classe in "trasferta" in un'aula diversa causa lavori in corso, il nostro percorso attraverso i meandri dell'istituto passa davanti all'abitazione del custode.
Cazzo... avevo 14 anni ed ero curiosa come una scimmia, ho visto una porta chiusa e ho provato ad aprirla. La cosa assurda è che quell'imbecille del custode / della moglie del custode non aveva pensato che, forse, una porta che dà sul corridoio di passaggio di una scuola con 1500 alunni è meglio tenerla chiusa.
Ovviamente ho chiuso subito, appena ho notato che oltre quella porta c'era effettivamente un'abitazione.

Il giorno dopo la moglie del custode (quella furba che lascia le porte aperte...) arriva in classe con il preside incazzata nera a dire che "Erano giorni che la tormentavamo". Perplessità generale. Silenzio di tomba. Io mi sento una merda.
Quell'omino imbecille dalla testa tonda che oscillava tra il neonazista e lo stile da sergente istruttore che era nostro preside all'epoca se ne esce con un "O esce chi sta dando fastidio alla signora o sospendo tutta la classe."
Non l'avrebbe fatto, aveva la stessa credibilità di un pincher nano che abbaia al postino.

Tra me e me ho pensato di andare dalla moglie del custode in separata sede e chiederle scusa, spiegandole che non l'avevo fatto assolutamente con l'intenzione di darle fastidio e cose simili...
Non ce n'è stato bisogno: durante la ricreazione LEI è andata dal preside.

LEI era all'incirca il mio opposto, fisicamente l'aspetto di un sacco di patate con i capelli (unti) e dei vestiti (sciatti), l'andatura di uno yeti, media del 4 (ad esser buoni) in tutte le materie, una sfilza di assenze (per marina) che avevano già riempito mezzo libretto a dicembre, altri particolari carini? Sì, puzzava. Tanto.

Ho detto che non tengo questo blog per essere buona.

Questo sacco di patate coi capelli unti, ad ogni modo, è andata dal preside a dire che era stata lei ad aprire la porta del custode. E' stata sospesa 3 giorni e ha colto l'occasione per abbandonare la scuola. (Non aspettava altro, probabilmente)

Quando l'ho saputo per poco non sono svenuta, ma non ho detto niente, ovviamente.

Qualche notte dopo l'ho sognata: era venuta a trovarci in classe, dimagrita, leggiadra. senza brufoli, con i capelli tinti d'uno splendido rosso rame, profumta di verbena ed indosso un abitino bianco con la stampa a fragoloni rossi... una fata.

A questo punto devo cedere un attimo alla parte buona di me e confessare che spero davvero ardentemente che il sacco di patate che mi ha salvato la reputazione scolastica sia realmente diventata una fata.

Facebook di merda, non rovinarmi questo sogno.

lunedì 21 novembre 2011

Mantieni la calma e fingiti impegnato

Che poi sarebbe la traduzione del celebre "Keep calm and look busy" per quei pochi che non masticano la lingua di Albione.
E' il segreto della finzione quotidiana su un posto di lavoro dove hai poco da fare e voglia di fare ancora meno (anche perchè misteriosamente quando c'è poco lavoro, quel poco che c'è da fare è una scartavetratura di maroni senza pari).
Tieni lo sguardo sul monitor del computer, ogni tanto ti alzi dalla sedia della scrivania e vai in archivio a cercare qualcosa che non ti serve, tiri fuori uno o due raccoglitori, sfogli a caso, poi li rimetti via. Se c'è il capo che guarda, magari, appuntati un numero a caso su un post-it che poi cestinerai... tanto, se hanno bisogno di te, ti chiamano.
L'importante è ricordarsi quella manna del cazzeggio che è la navigazione anonima ed avere il click veloce per chiudere le finestre se lo schermo rischia di entrare nel campo visivo di un superiore.

Con internet non c'è limite (o quasi) alle attività alternative che si possono svolgere durante la normale giornata lavorativa... ma questo è un altro discorso.